Origano fresco in foglie con salsiccia, patate novelle e olive verdi. Exit poll.

I risultati del primo exit poll, effettuato davanti ai supermercati, fruttivendoli, erboristerie, vivai e pianerottoli della mia zona, sulla domanda :”Hai acquistato l’origano fresco in foglie o quello secco?”, sono:

  • 40% non ho acquistato origano, ma perchè esiste anche quello in foglie?
  • 30% non ho acquistato origano
  • 20% secco, sono un conservatore
  • 5% ho cercato quello fresco ma non l’ho trovato
  • 5% fresco, ma confesso di averlo scoperto da poco

Numeri, tuttavia, ancora da riscontrare. Io faccio parte dell’ultimo gruppo.

Più aromatico e delicato di quello essiccato, ha donato un tocco in più al classico salsiccia e patate, soprattutto sorprendendo nella sua nuova forma.

Per 4 persone:

  • 400 gr di salsiccia fresca (ho usato una salsiccia piccante tagliata al coltello)
  • 800 gr di patate novelle (preferibilmente)
  • 100 gr di olive verdi denocciolate
  • una manciata di foglie di origano
  • 6-7 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 2 cucchiai di vino bianco o succo di limone
  • 2-3 spicchi di aglio in camicia
  • mezzo cucchiaio di zucchero
  • un pizzico di sale
  • peperoncino in polvere o paprika (dolce o piccante a seconda dei gusti)

Lavare le patate senza sbucciarle, asciugarle sfregandole con un tovagliolo. Dividerle in spicchi.

Privare le salsicce della pelle e tagliarle a rondelle spesse.

Lavare e asciugare le olive verdi e sminuzzarle grossolanamente.

Mescolare in una ciotolina il vino (o il succo del limone), lo zucchero, l’olio, il sale  e l’eventuale peperoncino in polvere (o paprika) con una forchetta. Condire le patate, le salsicce, l’aglio in camicia e le olive con l’emulsione ottenuta, mescolando delicatamente. Con le mani è l’ideale, oltre ad essere piacevole. Versare il tutto in una teglia e porre nel forno preriscaldato a 200°, per una mezz’oretta o fino a giusta doratura, rigirando il tutto un paio di volte. Sfornare, cospargere di foglie di origano e servire ben caldo.

Buona giornata!

Bistecchine di pollo sbronze con pistacchi e riduzione di vino bianco. Per i gourmet attenti alla linea.

Sedetevi. Intrecciate le dita di entrambe le mani, ponetele sulla testa e leggete attentamente. Potete scorrere la pagina premendo con il gomito destro la freccetta sulla tastiera.

“Guardami! Guardami”.

Avevo nove anni. Più o meno l’epoca in cui Giuseppe Casella, “quel gran figlio di una paragnosta” di Jucas, riusciva ad ipnotizzare, camminando contemporaneamente sui carboni ardenti, un intero pubblico che imbarazzato, e anche un pò terrorizzato, eseguiva alla lettera i suoi ordini psicometafisici. Ci provai con un pulcino. Lo guardai fisso negli occhietti, roteai le mani e il pulcino improvvisamente cadde su un fianco. In seguito alla caduta, si rialzò improvvisamente e scappò ad alette levate. Lui in una direzione, io nell’altra. Verso mia madre. Lei sdrammatizzò l’accaduto. Ma per un pò si rifiutò di guardarmi negli occhi. Fin quando non scoprimmo che era semplice ipnotizzare un pollo.

Dopo circa 50-60 giorni, dal pulcino si passa alla sopracoscia disossata (detta anche anchetta e forse finalmente sono riuscita a capire che la coscia è l’insieme del fuso e della sopracoscia) , la bistecchina della ricetta che il mio macellaio prepara quasi tutti i giorni. Non sono un’amante del petto di pollo e questa soluzione, avendo cura di eliminare i pezzettini di grasso più evidenti, si presta bene quando voglio prepararmi un piatto leggero e invitante. Oggi gli ho fatto prendere una bella sbronza, marinandolo semplicemente nel vino bianco. Con lo stesso vino, non quello della marinatura però (anche se ho letto che si fa anche così, anzi forse si dovrebbe fare così), mi sono spinta oltre, ho indossato la mia toque blanche e ho preparato anche un’agrodolce riduzione. Lo so, la riduzione vera e propria si fa con il vino rosso, più ricco di molecoline saporite e profumate. Inutile dire che migliore è il vino, migliore è la riduzione. Si potrebbe poi arricchire con una noce di burro o farla addensare ulteriormente mischiandola ad un roux, quel composto di burro e farina usato nella preparazione della besciamella. Qui non l’ho fatto altrimenti mi saltava il tag “Ricette leggere”. Se proprio la vostra dieta è ferrea, potete tranquillamente eliminarla, ma io la consiglio vivamente, anche perchè se ne usano poche gocce, che però solleticano il palato a sorpresa, esaltando il gusto delle verdurine. E se a questo si aggiunge la croccantezza dei pistacchi, vi dimenticate che state mangiando pollo. State continuando a tenere le dita intrecciate?

Diciamo per due persone:

  • 2 sopracosce di pollo disossate
  • 500 ml di vino bianco (200 ml per la marinatura e 300 ml per la riduzione)
  • rosmarino e anice verde
  • uno spicchio di aglio
  • un cucchiaio e mezzo di zucchero semolato
  • una manciata di pistacchi (quelli da sgranocchiare)
  • 3 zucchine novelle o di più, se proprio volete strafare
  • songino o altre verdurine da insalata
  • sale e olio quanto basta

Mettere a marinare le bistecchine in frigo con 200 ml di vino, il rosmarino, l’anice e lo spicchio di aglio, per minimo tre ore.

Affettare le zucchine e grigliarle su una piastra di ghisa o una elettrica. Salare e aggiungere un filo di olio.

Tritare grossolanamente i pistacchi sgusciati, con un coltello è meglio.

Preparare la riduzione, mettendo in un pentolino 300 ml di vino con lo zucchero, un pò di rosmarino e l’anice. Mescolare e far evaporare gentilmente l’acqua e l’alcol (contenuti nel vino) a fuoco bassissimo. Prima che si riduca del tutto filtrare, per eliminare le spezie, e rimettere sul fuoco. Il risultato sarà una cremina densa tipo caramello. Spegnere il fuoco e far raffreddare. Con quel quantitativo di vino ne ho ottenuto circa un cucchiaio.

Preriscaldare la piastra e grigliare il pollo, precedentemente tamponato con un pò di carta da cucina e battuto delicatamente con un batticarne. Salare, aggiungere un filo d’olio extravergine di oliva, cospargere di pistacchi e impiattare insieme alle zucchine e le verdurine (anch’esse leggermente condite con sale e olio). Aggiungere qualche goccia di riduzione di vino.

Potete sciogliere le dita.

Buona giornata!

Polpettine di carne glassate con olive di Gaeta e pomodorino ciliegino. Eleviamo i gradi Brix del piatto.

Da oggi in poi esigerò dal mio fruttivendolo di fiducia l’indicazione dei gradi Brix della merce in vendita. Visto i prezzi è il minimo!

Cercando informazioni sul pomodorino ciliegino di Pachino, quello con il grappolo a spina di pesce per la precisione, sono venuta a conoscenza di questo indice di qualità della frutta e della verdura, il grado Brix appunto. Un vegetale con un elevato grado Brix contiene una maggior percentuale di zuccheri, sali minerali e vitamine, ed è quindi più appetibile e nutriente. Il tondeggiante e sodo pomodorino è promosso a pieni voti dall’ingegner Adolf Ferdinand Wenceslaus Brix.

Per 4 persone:

  • 300 gr. di macinato di vitello
  • 200 gr. (circa) di pane
  • latte e acqua quanto basta per ammorbidire il pane
  • 50 gr. di parmigiano grattugiato
  • 1 uovo
  • uno spicchio di aglio
  • prezzemolo
  • mezzo bicchiere di vino bianco dolce o succo di limone
  • due cucchiai di farina “00”
  • sale
  • olio extravergine di oliva
  • 200 gr. di olive di Gaeta
  • 250 gr. di pomodorini ciliegino

Mettere il pane in ammollo nel latte diluito con acqua. Una volta ammorbidito, strizzarlo per benino e sbriciolarlo. Unire il macinato, l’uovo, il parmigiano, un pò di olio, mezzo spicchio di aglio tritato, un pizzico di sale e il prezzemolo tritato. Impastare con le mani e formare delle piccole polpettine, grandi come olive. Se il composto risultasse troppo molle, aggiungere un pò di pangrattato.

Snocciolare le olive, tagliare i pomodorini in quattro spicchi e farli saltare per pochi istanti in una padella con un filo d’olio e un pizzico di sale. Aggiungere il prezzemolo tritato e tenere da parte.

In un’altra padella far rosolare le polpettine in 4-5 cucchiai di olio. Quando saranno ben dorate, toglierle dalla padella e tenerle al caldo su un foglio di carta assorbente. Nella stessa padella, diminuire un pò la quantità di olio, rosolare il restante spicchio di aglio, toglierlo prima che si bruci, aggiungere la farina e le polpette, mescolando delicatamente per farle glassare. Aggiungere il vino o il succo di limone e lasciar asciugare. Spegnere il fuoco, aggiungere i pomodorini e le olive, tenute da parte, amalgamare delicatamente e servire.

Alla prossima!