Granola limone e zenzero. La dicotomia dell’inerzia di una dormigliona (ex).

Il termine inerzia in letteratura è usato prevalentemente per indicare qualcosa di statico, di fermo. Mi hanno sempre definito una gran dormigliona. Ma non è esattamente così. In effetti più di qualche volta mi sono finta morta pur di non alzarmi per andare a scuola, simulando febbri e allucinazioni, ottenendo solo l’effetto del pastore e del suo “al lupo! al lupo!”. Così come le parole sotto la loro superficie nascondono vari strati di significati, le persone sono strutturate secondo vari modi di essere. Una sfera, una biglia, una ball, continuerebbero a rotolare su di un piano, idealmente liscio, alla stessa velocità se non intervenisse una forza a fermarle o accelerarle, così come continuerebbero a sonnecchiare immobili se non le spingessero. Questo il principio di inerzia che tutti conosciamo. Anche io sono così. Non vorrei mai addormentarmi così come non vorrei mai alzarmi dal letto o dal divano. Continuerei nel mio stato di attività o di quiete se non intervenisse un’entità materiale o immateriale a turbare le mie sfere, le mie biglie, le mie balls. Insomma.

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Settembre notoriamente è una di quelle entità immateriali che ti spinge a cambiare ritmo. A riprendere quello abbandonato prima dell’estate, cercando di aggiustare il tiro ogni anno. Così ri-rivesto il ruolo dell’accompagnatrice a scuola, del pulmino umano, ma anche quello della donna con qualche mattina libera. Se qualche anno fa ero tutta caffè e sigarette con le mamme degli amichetti dei miei figli, ora sono tutta leggins e app sportive per smartphone. Sempre con le mamme degli amichetti. Non mangio quasi mai prima di un allenamento mattutino, anche il mio stomaco ha il vizio dell’inerzia, ma quando rientro mi lascio corteggiare da una simpatica e sana colazione. L’immancabile banana è accompagnata da yogurt e fiocchi di avena integrali, che, a quanto si dice, sono un alimento a lento assorbimento. Ossia sazia più a lungo. E sarà suggestione o abitudine, ma il riscontro è positivo. Da quest’anno, avendo aumentato di qualche microgrammo la massa muscolare, posso concedermi qualcosina in più. La granola dei Fables de Sucre è un’ottima base da cui partire, per divertirsi poi a personalizzarla aggiungendo semini, frutta secca o disidratata, a seconda dei gusti. Lo zenzero e il limone aggiungono due note olfattive che dalla testa raggiungono il cuore, passando dalla vicina di casa che vi busserà per chiedervi cosa si mangia a colazione.

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Per 500 g di granola ( la ricetta di base dei Fables de Sucre è perfetta così e la riporto pari pari con le mie aggiunte):

  • 125 g di fiocchi d’avena
  • 125 g di mandorle grezze ( di solito io uso un mix di frutta secca e semini vari: noci, nocciole, semi di girasole, lino, zucca, ecc..)
  • 50 g di mirtilli rossi disidratati (o altra frutta come l’uvetta)
  • 50 g di zucchero di canna
  • 60 g di miele
  • 60 g di acqua
  • 30 g di burro
  • la buccia grattugiata di un buon limone
  • un pezzetto di zenzero

Il procedimento è semplicissimo. Mettete in un pentolino l’acqua, il miele, il burro, la buccia grattugiata del limone e lo zenzero anch’esso grattugiato. Lasciate in infusione per un paio d’ore. Portate ad ebollizione e fate sobbollire dolcemente per un paio di minuti. Nel frattempo mescolate l’avena, la frutta secca, i semini e lo zucchero in una ciotola. Versatevi lo sciroppo e mescolate con cura. Stendete il composto su di una teglia foderata di carta da forno ed infornate  nel forno già caldo a 140°. Mi raccomando la temperatura, meglio mantenersi bassi, per evitare che il miele e lo zucchero si brucino diventando amari. Cuocete per 30 minuti avendo l’accortezza di mescolare ogni 10 minuti. Aggiungete la frutta essiccata e continuate la cottura per un altro quarto d’ora. Sempre mescolando ogni tanto. L’avena deve diventare croccante, ma non bruciarsi. Sfornate e raggruppate la granola al centro della teglia. Raffreddandosi diventerà un pezzo unico da spezzettare con le mani. Potreste anche tagliare la granola a barrette, ma questo prima che si raffreddi. La granola si conserva al riparo dell’umidità in un contenitore ermetico.

Per la ricetta fotografica passo passo vi rimando a loro.

Con lo yogurt è la vita sua, ma anche come snack da mordicchiare ogni tanto non è male. Affatto. Io la adoro. Tanto.

Buona granolosa colazione.

Baci,

Ida.

 

 

 

 

 

 

 

La merenda del ritorno a scuola. Muffin integrali al cioccolato. All’italiana.

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La vita come la buona scuola ci insegna ad osservare, a porci domande e a cercar risposte, invece che darcele. E così fu che ieri pomeriggio davanti alla scena del mio secondogenito con mezzo pirottino di questi muffin integrali al cioccolato tra le labbra, sfilatoglielo in corner come si fa per i calzini in bocca ai cani, e alla sparizione totale di quello del mio primogenito, il quale nega di averlo ingoiato e cerca ancora di convincermi che il mago Silvan ha fatto una magia, la domanda mi è sorta spontanea: esistono pirottini edibili? Sì. Sono in carta di riso e dopo aver retto la cottura si integrano alla perfezione con l’alimento. La vita è fantastica.

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Questo per dire che hanno gradito la merendina. Sulla scia delle tortine alle mele postate qualche giorno fa, mangiate dal primogenito ma non dal secondo che: “mele?? ma si pazz! Quando mi fai i muffin al cioccolato?”, la sua Cooking Mama versione aggiornata ha ben pensato di usare “aumm aumm”, clandestinamente, la banana nell’impasto, per addolcire e dare una struttura più cremosa, e di usare la farina integrale ben camuffata dal cacao. Per fargli variare il più possibile l’alimentazione.

ciocco muffin integrali

Infatti subito dopo averli mangiati sono diventati più intelligenti da imparare che il pirottino non si mangia. Suppongo siano pronti anche ad affrontare il nuovo anno scolastico. Cuori di mamma.

merenda del rientro a scuola-2

Per 12 muffin integrali al cioccolato:

  • 150 g di farina integrale
  • 60 g di zucchero integrale di canna (quello grezzo e umido) o di cocco
  • 30 g di cacao amaro
  • 2 uova a temperatura ambiente
  • 1 banana matura
  • 130 g di latte a temperatura ambiente
  • 20 g di burro fuso
  • 100 g di cioccolato fondente
  • 1/2 cucchiaino di stevia pura in polvere oppure 20-30 g di zucchero in più
  • 1/2 bustina di lievito per dolci oppure una intera se omettete il cremor tartaro
  • 1 cucchiaino di cremor tartaro
  • 1 pizzico di sale

Preriscaldate il forno a 170°/180°. Separate i tuorli dagli albumi e montate a neve ferma questi ultimi con il cremor tartaro. Lavorate a crema, con le fruste elettriche, i tuorli con lo zucchero integrale, la banana schiacciata con una forchetta, la stevia e il pizzico di sale. Versate il latte e il burro fuso. Aggiungete la farina ben setacciata con il cacao e il lievito (aggiungendo anche l’eventuale crusca che rimane nel setaccio) e lavorate brevemente fino ad assorbimento. Mescolate all’impasto il cioccolato fondente spezzettato grossolanamente col coltello. Con delicatezza incorporate gli albumi montati e riempite, quasi fino all’orlo, i pirottini che precedentemente avrete collocato negli appositi stampi da muffin da 6-7 cm di diametro superiore.

Cuocete i vostri muffin integrali al cioccolato nella parte bassa del forno già a temperatura per 20 minuti circa.

La banana non si sente per niente.

Buon anno scolastico a tutti i vostri futuri scienziati che, ne sono sicura, troveranno un modo per debellare i vaccini.

Un bacio da Mama.

Piccina torta di mele al grano saraceno. Uno psicotico jamais vu gluten free.

 

Un jamais vu preso in prestito dalla psicologia. Il contrario del déjà vu. E’ quando incontri le stesse persone o visiti gli stessi luoghi, ma all’improvviso ti sembra di non conoscerli. Se in più non si ha la lucidità di capire che forse è arrivato il momento di una visita psichiatrica, c’è la incosciente e poetica consolazione di sfruttare la situazione vivendo emozioni piacevoli, si spera, ogni volta come se fosse la prima volta. Immaginatevi le emozioni del primo bacio, dato ad un amore nuovo, ripetute in loop. Se la malattia mentale è reciproca, avrete la certezza di aver trovato l’anima gemella e l’amore eterno. Questa turbe sicuramente io l’avrò per la torta di mele. La preparo spesso, come penso l’umanità intera, ma ogni volta è un colpo di fulmine. Per me è sempre nuovo il Tempo delle Mele…

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Stavolta però una novità c’è davvero: la farina di grano saraceno. Quella più chiara, un po’ meno invadente di quella scura. Usata in purezza e non tagliata con altre farine. Una sorpresa per me. Questa piccola torta di mele, forse gluten free, è riuscita morbida e lievitata. La farina di grano saraceno, che a dispetto del nome, non deriva da un cereale ed è classificato, come la quinoa e l’amaranto, uno pseudocereale , è naturalmente priva di glutine, gluten free. Ma questo ormai lo sapete tutti. E non starò nemmeno qui ad elencarvi le proprietà nutrizionali del grano saraceno, perche’ non sono una nutrizionista, ma una alla quale piace variare e sperimentare. Oh.

 Ricetta per 12 tortine:

  • 180 g di farina di grano saraceno integrale bio (trovo delicata quella ABC BIO)
  • 60 g di zucchero integrale di canna (quello vero, grezzo e umido) o zucchero di cocco (che è a basso indice glicemico)
  • 2 uova medie a temperatura ambiente (se abitate al Polo Nord portatele a 40°)
  • 60 g di yogurt intero bianco
  • 30 g di burro o ghee (burro chiarificato)
  • 1 mela (circa 160 g sbucciata)
  • 1/2 bustina di lievito per dolci e 1 cucchiaino di cremor tartaro oppure 1 bustina intera di lievito per dolci
  • 1/2 cucchiaino di stevia in polvere (quella pura). In alternativa aggiungete 30 g di zucchero
  • il succo e la buccia grattugiata di un’arancia o un limone

Accendete il forno a 170°. Setacciate la farina di grano saraceno con il lievito per dolci, dividete i tuorli dagli albumi, sciogliete il burro nello yogurt, sbucciate la mela, riducetela in piccoli cubetti e bagnatela con il succo dell’arancia o del limone.

Montate gli albumi a neve ben ferma con il cremor tartaro (se lo usate) e lavorate a crema i tuorli con lo zucchero e la stevia. Sempre lavorando con le fruste, aggiungete il burro fuso con lo yogurt. Incorporate la farina lavorando brevemente fino ad assorbimento. Aggiungete con delicatezza gli albumi e solo alla fine i cubetti di mela.

Riempite con il composto gli stampi da muffin di circa 7 cm di diametro. Imburrateli e cospargeteli di pan grattato se non usate i pirottini. Io ho usato gli stampi decorati sul fondo. Cuocete per circa venti minuti, fate la prova stecchino e fateli raffreddare su una gratella per gustarli al meglio. Suggerisco di prepararli la sera per gustarli a colazione con un vasetto di yogurt. Questi sono stati spolverati con la farina di cocco.

Vi auguro una bella giornata ricca di amore e presque vu, che significa…significa…mah!